lunedì 19 maggio 2008

Recensione: Ladri di saponette (SaekoM., Sameer A.)


Regista

Maurizio Nichetti

Genere

Commedia

Anno

1989

Con

Maurizio Nichetti, Renato Scarpa, Lella Costa, Ernesto Calindri, Caterina Sylos Labini.

Divertentissimo, con una storia che fa riflettere sull’invadenza della pubblicità che troppo spesso interrompe i programmi televisivi, “Ladri di saponette” diretto da Maurizio Nichetti, è un film composto da tre storie: due a colori (ambientate in uno studio televisivo e nell’appartamento di una famiglia italiana) e una in bianco e nero, che è ambientata nell’Italia dell’immediato dopoguerra.

La vicenda inizia in uno studio televisivo dove il regista Maurizio Nichetti è invitato da un critico cinematografico a parlare del suo ultimo film “Ladri di saponette”. Ma la proiezione del film in TV viene continuamente interrotta dalle pubblicità, rovinando, secondo il regista, l’effetto drammatico della storia.

Allo stesso momento, ci troviamo nell’appartamento di una famiglia italiana, composta dai genitori e due bambini, tutti davanti alla tv: il papà legge il giornale, la mamma si occupa di varie faccende, il bambino grande gioca e la piccola osserva la televisione. Dopo un po’ di zapping, decidono di fermarsi sul canale dove trasmettono il film di Nichetti, il quale narra di una famiglia italiana dell’immediato dopoguerra che vive nella povertà assoluta con conseguente mancanza di cibo. Il padre è disoccupato e la madre è un’aspirante cantante. I litigi tra marito e moglie sono quindi inevitabili e frequenti. Il titolo “Ladri di saponette” è una citazione del famoso film neo-realista di Vittorio de Sica (1948), di cui vengono ripresi il tema e certi aspetti della storia.

In un crescendo di interruzioni pubblicitarie, succede che Bruno, il bambino del film neorealista, comincia a guardare oltre lo schermo e senza accorgersene viene influenzato dai comportamenti del bambino moderno e dalla pubblicità delle merendine.

Ad un tratto le pubblicità entrano nel film (interessante l’effetto della compresenza del bianco e nero del film con i colori della pubblicità) e i personaggi del film entrano nella pubblicità, creando così un caos che sconvolge la vera storia che da drammatica diventa divertente. Il regista del film, disperato per quello che sta succedendo, entra a sua volta nella storia e cerca di sistemare le cose, ma fallisce nel suo intento trovandosi imprigionato dentro la TV.

(Saeko Muramatsu e Sameer Ahmed)

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